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Nel comunicato del 7 agosto, dopo aver analizzato la prevedibile nuova presa in giro della categoria, ci eravamo riservati di pubblicare, dopo l’incontro all’ARAN del 28 p.v., una motivata ed argomentata proposta “che permetterà alla categoria di decidere del proprio destino”.

L’anticipiamo perché i giochi ormai sono fatti e solo la categoria, unita e compatta, potrà cambiare o sconvolgere i piani già concordati.

E’ d’obbligo una premessa che riassuma brevemente, soprattutto ai dirigenti dell’ultimo concorso, la situazione in modo crudo e senza alcun infingimento e/o dietrologia, interessi di parte, ecc…:

  • Nel luglio del 2010 tutte le OO.SS. rappresentative, la cosiddetta pentiade, firmaronno il CCNL della vergona. Una vera e propria svendita della categoria: retribuzione da “pezzente”, infinite responsabilità e carico di lavoro da schiavi. Il tutto perché la categoria era assente e non si rendeva conto che degli interessi e delle complicità delle OO.SS. interessate più al comparto che all’area, anzi sfruttavano la rappresentatività dell’area per interessi del comparto. Idem per l’unica O.S. d’area anch’essa in stridente conflitto di interessi, più protesa a tutelare i dirigenti di II fascia che i dirigenti scolastici.
  • Era doveroso, per chi conosceva bene i meccanismi, non rimanere in silenzio. Nasceva così DIRIGENTISCUOLA tra mille difficoltà e ostacoli, con l’intento di scuotere e unire la categoria.
  • Basta leggere i numerosissimi comunicati e denunce pubblicati sul sito della DIRIGENTISCUOLA, per avere chiaro il quadro della situazione (https://www.dirigentiscuola.org/)
  • Contestualmente DIRIGENTISCUOLA organizza e gestisce circa 1.000 ricorsi sulla perequazione che accendono i riflettori sulla emergenza salariale dei dirigenti scolastici.
  • L’adesione dei colleghi assicura la rappresentatività alla DIRIGENTISCUOLA che, così può operare all’interno del sistema. Un vero miracolo, è stato definito. Ci hanno provato in tanti ma non c’è mai riuscito nessuno.
  • L’azione martellante e continua inizia ad aprire gli occhi alla categoria. Eppur si muove scrivemmo quando ci furono i primi “risvegli”.
  • A fine 2017 inizia la stagione per il rinnovo del CCNL. Tutti parlano di emergenza salariale, di irrinunciabilità dell’allineamento retributivo, ma sottobanco scattano le solite strategie che antepongono interessi di bottega e/o personali a quelli della categoria. Mentre si grida allo scandalo, si firma l’accordo del 30 novembre con il quale si baratta la signoria del contratto con la perequazione. Lo svela la ministra Fedeli alla vigilia di Natale.
  • Il C.N. della DIRIGENTISCUOLA il 12 febbraio 2017 proclama lo stato di agitazione della categoria annunciando azioni eclatanti quali lo sciopero della fame e della sete. Tutte le altre OO.SS. sono costrette a mobilitarsi anche per contestazioni interne. Si accoda anche un neo sconosciuto sindacatino che, dopo aver tentato invano di diventare rappresentativo nel comparto, ci prova con i dirigenti. Alle già 40 sigle esistenti si aggiunge una nuova e la categoria si frantuma ulteriormente! Un sindacatino che allo stato non può arrecare alcun beneficio alla categoria.
  • Nei vari incontri e, soprattutto all’ARAN, emerge la strategia per ingannare ancora una volta la categoria. Invece di proporre l’avvio della negoziazione in parallelo, si decide di dare precedenza al comparto. Quindi non si metterà mano al CCNL dell’AREA ISTRUZIONE E RICERCA prima del 2018. Idem per l’altra emergenza: la SICUREZZA. Nell’incontro del 17 luglio il Dr. Pinneri, responsabile delle relazioni sindacali del MIUR, dice chiaramente che i due disegni di legge, vecchi di un anno e tirati fuori solo per le note vicende giudiziarie per acquietare gli animi, non approderanno in Parlamento in questa legislatura. E’ evidente anche a chi è poco attento a queste dinamiche che nel 2018 sarà gioco facile affermare, magari strappandosi le vesti, che non essendo stato previsto alcun finanziamento nella legge di stabilità, che dovrà essere approvata entro il 31/12/2017, che la perequazione si dovrà rinviare alla prossima tornata ….e sarebbe la quinta volta!

Il perché di questa strategia si può comprendere solo se si conoscono le regole che governano la rappresentatività. Regole che se non si conoscono bene non si riesce a comprendere il nesso con il rinvio delle trattative del rinnovo del CCNL al 2018. Proviamo a esplicitarle in modo anche semplicistico:

  1. La rappresentatività ha valore triennale.
  2. Viene rilevata entro il 31 dicembre; ci vuole un anno per fare tutti i conteggi, quindi ha valore dopo un anno dalla rilevazione.
  3. L’attuale rappresentatività, valevole per il triennio 2016-2018 è stata rilevata il 31/12/2014.
  4. La prossima rappresentatività sarà rilevata entro il 31/12/2017 e varrà per il periodo 2019.20121.
  5. Un’O.S., nell’arco della vigenza del triennio, anche se dovesse perdere tutte le deleghe, continua a essere rappresentativa fino alla nuova rilevazione. Questo è il tallone d’Achille!.
  6. Dovrebbe essere chiaro a tutti che alle OO.SS. interessa traccheggiare fino al 31/12/2017 per assicurarsi la rappresentatività per il triennio 2019-20121.
  7. Dovrebbe essere, inoltre, chiaro che solo le OO.SS. rappresentative che hanno la maggioranza  possono cambiare la situazione. Lo ha detto chiaramente Carlini ed anche in modo strafottente, ricordando alla Fedeli che loro hanno il 54% di rappresentatività e che se la categoria gliel’ha data vuol dire che è d’accordo con la loro politica….e a ragione! Purtroppo molti colleghi ancora non si rendono conto che sono loro gli artefici del proprio destino!
  8. Scioperi, manifestazioni spontanee e non servono per fare “ammuina”, attirare al massimo l’attenzione della stampa, ma non producono alcun effetto …a meno che non si arrivi alla rivoluzione! Possono anche servire alle OO.SS. non rappresentative per fare qualche delega carpendo la buona fede di qualche collega sprovveduto!
  9. Bisogna costringere le OO.SS. rappresentative a tutelare la categoria e all’ARAN e in Parlamento. Vi è un solo modo: REVOCARE TUTTE LE DELEGHE con l’impegno, da comunicare con una semplice lettera, a rilasciarle nuovamente, se meritate, solo DOPO, non la promessa di non firmare il CCNL (…che firmeranno tutti per ovvi motivi!) senza l’allineamento retributivo, ma la PROVA che il Governo con la legge di stabilità metta sul tavolo i famosi €. 112.111.798,17  annui necessari per la perequazione e che, se necessario ricorra anche al D.L. per la sicurezza.  Una somma irrisoria, pari a meno della metà dei vitalizi agli ex-parlamentari!  Anche senza deleghe la loro rappresentatività è agibile per tutto il 2018!
  10. Se le OO.SS. vedranno minata la loro rappresentatività con conseguente annullamento del loro potere, saranno costrette a rinunciare ai benefit dell’accorso del 30/11/2016 e a curare, per la prima volta gli interessi della categoria …..così come hanno fatto e continuano a fare per tutte le altre categorie!
  11. Contrariamente passato il 31/12/2017 e assicurata la nuova rappresentatività fino al 2021, ci sarà tutto il tempo per far ingoiare alla categoria l’ennesimo rospo.

La proposta della DIRIGENTISCUOLA è l’unica percorribile. Non stiamo chiedendo alla categoria di revocare le deleghe alle altre OO.SS. e rilasciare alla DIRIGENTISCUOLA, bensì di REVOCARLE E CONGELARLE per poi rilasciarle, se ritenuto opportuno, alle stesse OO.SS. …allorquando avranno fatto il loro dovere.   

Alleghiamo il modello di revoca  da compilare e trasmettere tramite segreteria scolastica alla RTS di competenza e alla propria OO.SS. esplicitando i motivi della revoca: ALLINEAMENTO RETRIBUTIVO E SICUREZZA!

 

 

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