DIRIGENTISCUOLA PROCLAMA LO STATO DI AGITAZIONE

DIRIGENTISCUOLA PROCLAMA LO STATO DI AGITAZIONE

La situazione della dirigenza scolastica è ormai incandescente. Le recenti vicende inerenti la gestione della mobilità, nonché il rinvio sine die del tavolo sulla dirigenza, rappresentano solo la punta dell’iceberg.

L’attività dell’Amministrazione versa in una situazione di stallo risalente al dicastero della Ministra Valeria Fedeli, con la quale, a seguito dei lavori del Tavolo della semplificazione, era stato fatto il punto su questioni di primaria importanza, a cominciare dallo snellimento delle cosiddette molestie burocratiche. Tutto il lavoro svolto è poi caduto nell’oblìo.

Come se non bastasse, da più di un anno a questa parte l’emergenza epidemiologica ha offerto un valido alibi per giustificare inefficienze, ritardi ed inadempienze nell’espletamento dell’ordinaria gestione amministrativa.

DIRIGENTISCUOLA, malgrado tutto, ha continuato a sollecitare, supportare, collaborare, assistendo all’avvicendarsi di figure nuove che, sistematicamente, necessitavano dei tempi adeguati per fare il punto della situazione.

Di questo passo, i numerosi problemi che vessano la categoria non hanno fatto altro che inasprirsi, esacerbando gli animi e rendendo la situazione intollerabile. Sono anni, ormai, che DIRIGENTISCUOLA produce documenti per portare all’attenzione delle competenti istituzioni le questioni da affrontare con urgenza, fornendo, al contempo, proposte risolutive.

Rinnovo degli istituti contrattuali, mobilità, questione FUN, sicurezza sui luoghi di lavoro, sgravio delle responsabilità della dirigenza, semplificazione amministrativa: solo per citare le più pregnanti.

Adesso basta! L’Amministrazione, sorda a qualsivoglia sollecitazione, sembra non intenzionata ad onorare gli impegni presi illo tempore.

DIRIGENTISCUOLA, preso atto della situazione, ha convocato d’urgenza il Consiglio Nazionale per l’approvazione di un documento di protesta con il quale è stato proclamato lo stato di agitazione e richiesto l’esperimento della procedura di conciliazione.

Ci auguriamo che i colleghi, giustamente esasperati, manifestino apertamente tutta la propria indignazione perché, a questo punto, siamo convinti che solo azioni forti e determinate possano dare uno scossone al palazzo.

Auspichiamo, altresì, una forte presa di coscienza della categoria nei confronti di chi, in questi anni, l’ha sistematicamente ingannata dissimulando le proprie reali intenzioni con promesse vaghe e prive di qualsivoglia fondamento.

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