FUN 2018/2019. Confermato lo stanziamento una tantum di 13.1 milioni di euro, ma non basta.

FUN 2018/2019. Confermato lo stanziamento una tantum di 13.1 milioni di euro, ma non basta.

Pare risolto il problema della mancata erogazione della retribuzione di posizione parte variabile e di risultato per i neo dirigenti immessi in ruolo il 1’settembre 2019 e 2020.

Facendo seguito a precedenti incontri tenutisi nel corso del 2020, in data odierna il dott. Jacopo Greco, dirigente generale del MIUR-DIPARTIMENTO RISORSE UMANE E FINANZIARIE, ha fornito la prevista informativa sullo stanziamento una tantum di 13.1 milioni di euro ad integrazione del FUN 2018/2019. Informativa decreto, di concerto con il MEF, recante il riparto della risorsa dell’apposito Fondo istituito dal comma 3, dell’art. 230- bis del d.l. 19/5/2020 n.34/2020, convertito nella l. 17 luglio 2020 n. 77/2020, con una dotazione di 13,1 milioni di euro.

Già in altre riunioni DIRIGENTISCUOLA aveva tirato in ballo responsabilità del decisore politico, nonché dell’amministrazione, chiedendo con forza che la stessa, nella persona del dott. Greco, avviasse una serrata interlocuzione con i competenti USR per rimuovere fattori ostativi alla liquidazione dei suddetti compensi. Per ammissione dello stesso dott. Greco questo non è avvenuto a causa di mancati riscontri degli USR stessi alle richieste della direzione centrale. Situazione che DIRIGENTISCUOLA ha chiesto con forza di rimuovere. Cosa che poi, sia pur in ritardo, è avvenuta.

A tal riguardo il dott. Greco ha spiegato che, solo ad avvenuta trasmissione dei dati da parte dei competenti USR, è stato possibile quantificare con esattezza le risorse relative al FUN 18/19. A seguito del suddetto monitoraggio, più volte richiesto da DIRIGENTISCUOLA nei mesi scorsi, l’amministrazione ha preso contezza che le risorse stanziate, quantificate lordo stato e non lordo dipendente, sono risultate inferiori a quelle necessarie.  Nonostante questo lo stesso dott. Greco ha specificato che:

  1. non vi sarà alcuna decurtazione della retribuzione di posizione parte variabile relativa agli anni 17/18 e 18/19, né alcuna restituzione relativa ai suddetti anni scolastici;
  2. vi sarà totale capienza per le reggenze, che saranno quindi interamente liquidate;
  3. vi sarà, purtroppo, una decurtazione della retribuzione di risultato generalizzata in quasi tutte le regioni, specie in quelle incapienti.

L’amministrazione provvederà ad horas ad emanare apposito decreto che dovrà vedere un doppio passaggio formale da parte prima del MIUR e poi del MEF, con l’auspicio che quest’ultimo non opponga rilievi procedurali, stante la diversità del nuovo criterio di riparto rispetto al provvedimento licenziato a fine estate.

È di tutta evidenza che non addivenire a tale intesa precluderebbe l’erogazione non solo delle reggenze ma, addirittura, della retribuzione di posizione parte variabile, quest’ultima non ancora percepita da parte della stragrande maggioranza dei neo dirigenti scolastici immessi in ruolo il 1’settembre 2019 e 2020. A tal riguardo DIRIGENTISCUOLA, riscontrando le segnalazioni delle proprie sedi periferiche a livello regionale, ha verificato che ad oggi sono una dozzina le regioni nelle quali ancora non viene corrisposta, oltre che la retribuzione di risultato, la retribuzione di posizione parte variabile relativamente ai suddetti due anni scolastici. Trattasi, sia ben chiaro, di uno stanziamento una tantum che lascia scoperti però gli anni scolastici successivi, proprio quelli più critici alla luce dell’immissione in ruolo di ben 2000 nuovi dirigenti scolastici.

DIRIGENTISCUOLA non ha mancato di evidenziare il colpevole ritardo dell’amministrazione nell’acquisire e tabulare i dati rivenienti dal suddetto monitoraggio, ritardo che oggi mette con le spalle al muro la categoria obbligata ob torto collo ad accettare questa soluzione di ripiego (stiamo parlando degli anni 17/18 e 18/19), pur di non vedersi tagliata parte della retribuzione di posizione parte variabile, oltre che quella di risultato. Il 31 dicembre è alle porte ed un’eventuale mancata intesa potrebbe vedere le suddette risorse approdare verso altri lidi.

Diversa e più complicata la situazione per gli anni a venire dove a livello politico, e già nella prossima legge di bilancio, bisognerà stanziare apposite risorse per assicurare il mantenimento delle attuali retribuzioni faticosamente conquistate con l’ultimo CCNL dopo vent’anni di crescente sperequazione rispetto agli altri dirigenti di pari seconda fascia.

Possibile che non si riescano a trovare 20 milioni di euro l’anno per rimpinguare la decurtazione del FUN per i prossimi anni? Possibile che la categoria debba lottare, non tanto e non solo per vedersi riconosciuta una dignitosa retribuzione, al pari di quella di altre dirigenze di pari fascia, ma addirittura per non vedersela pesantemente decurtata? Possibile che il governo non ritenga degno di attenzione l’operato indefesso dei dirigenti scolastici al pari di quello di altre categorie professionali?

DIRIGENTISCUOLA ha rimarcato la gravità della situazione che, vista in prospettiva, ed alla luce delle numerose assunzioni avvenute negli anni 19/20 e 20/21, presenta grossi fattori di criticità per gli anni a venire, specie in quelle regioni che già da oggi registrano situazioni di incapienza. Tra l’altro, in un momento in cui si chiede alla categoria l’ennesimo sforzo gestionale ed organizzativo, sforzo acuito dalla situazione pandemica e dall’atavico rimpallo di responsabilità tra governo centrale e regionale, sembra veramente paradossale che tra balletti miliardari per finanziare attività professionali di qualsiasi tipo, non si riesca a dare soluzione definitiva al suddetto problema di incapienza.

Resta ferma la nostra posizione sindacale, e cioè:

  1. che non si riproponga la cronica sofferenza del FUN per il combinato disposto dell’incremento dei dirigenti scolastici susseguente alle nuove assunzioni e del patologico conferimento di reggenze finanziate solo in parte dalla fiscalità generale e prevalentemente dagli stessi colleghi attingendosi dalla loro miserabile retribuzione di risultato;
  2. che si addivenga alla soluzione strutturale, di precostituire un FUN di consistenza tale da perequarlo al consimile istituto per i dirigenti di pari seconda fascia, amministrativi e tecnici, del medesimo datore di lavoro, che pure fanno felicemente a meno di qualsivoglia specificità;
  3. che, nella circostanza, si proceda subito a corrispondere – oltre a quella di risultato nella prevista unica soluzione – la retribuzione mensile di parte variabile ai neoassunti dirigenti scolastici che ancora dopo un anno e passa di servizio ancora non la ricevono!

Va chiusa, quindi, con urgenza questa prima fase 17/18 e 19/20 per non procastinare oltre misura la liquidazione dei suddetti compensi e nel contempo attivare subito un’interlocuzione con i vertici politici dell’amministrazione per dare soluzione strutturale, già nell’attuale legge di bilancio, al problema del FUN per gli anni a venire 18/19 e 19/20. A breve daremo un ulteriore aggiornamento della situazione.

 

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