Le confederazioni rappresentative delle aree e dei comparti sono state convocate dall’ARAN in data 26 gennaio p.v. per la prosecuzione, in modalità online, del negoziato relativo al CCNQ per la definizione dei comparti e delle aree per il periodo contrattuale 2019-2021 per il quale ancora non sono neanche iniziate le trattative!
Il Presidente nazionale di DIRIGENTISCUOLA, Attilio Fratta, farà parte della delegazione, in qualità di Segretario Gen. A. della CODIRP.
Sebbene la convocazione sia stata trasmessa in data 12 gennaio u.s., abbiamo volutamente atteso prima di darne notizia per avere conferma di quanto, in realtà, ci aspettavamo: tutto tace, nessuno ne parla…perchè?
Eppure la tematica è di fondamentale importanza! Epocale fu la svolta che si ebbe con l’ultimo CCNQ, siglato in data 13 luglio 2016, con il quale, dopo resistenze durate anni, soprattutto da parte di quelle OO.SS. egoisticamente refrattarie al cambiamento, si ridusse a quattro il numero dei comparti e delle aree. La dirigenza scolastica uscì finalmente da quella che abbiamo più volte definito riserva indiana dell’ex Area V confluendo nell’Area Istruzione e Ricerca. E, malgrado questo, subendo lo smacco di non essere inserita nell’Area Funzioni centrali, al pari di tutti i dirigenti di seconda fascia delle Pubbliche Amministrazioni…ed anche questo è un aspetto sul quale chiedersi nuovamente: perchè?
Non a caso ripercorriamo gli eventi, anche perché la memoria storica può aiutarci ad ipotizzare quanto, oggi, è certamente rappresentato nei machiavellici disegni di chi, ottenuto il rinvio della rilevazione della rappresentatività nello scorso dicembre, mira ora alla restaurazione.
Le conseguenze, laddove vi si riuscisse?
Per cominciare si ripristinerebbe la tanto sostenuta specificità della dirigenza scolastica della comunità educante surrettiziamente inserita nel CCNL ma fatta estrapolare da DIRIGENTISCUOLA nella storica notte del 13 dicembre 2018, con tutte le prevedibili conseguenze sull’allineamento retributivo, ovvero sulla perequazione, sostenuta a parole, ma osteggiata nei fatti da chi persiste nel confronto verticale delle retribuzioni, teoria valida solo per il mondo della scuola. In tutti gli altri settori le stesse OO.SS. e/o Confederazioni i confronti li fanno tra dirigenti, ovvero in orizzontale, e non tra dirigenti, docenti e ata.
Emblematica l’ espressione preoccupata di uno dei massimi esponenti delle sigle del comparto subito dopo aver raggiunto, a notte fonda, l’accordo per la firma del CCNL 16/18, con il quale veniva avviato, con l’equiparazione della parte fissa della retribuzione di posizione, la stagione dell’allineamento retributivo: “E chi lo dirà domani ai docenti?”, salvo poi ad attribuirsi perfino il merito del successo. Chi ha memoria storica sa bene che il merito va soprattutto ai partecipanti alle famose cinque giornate di Roma.
Per non parlare del danno subito a causa della mancata disdetta del CCNL, anch’essa sostenuta a parole ma mai dimostrata.
Quale il prevedibile scenario?
- il vigente CCNL 2016-2018 è scaduto da ormai due anni e all’inizio del 2021 ancora non è stato neanche emanato l’atto di indirizzo per il rinnovo del CCNL 2019/2021…destinato ad andare in cavalleria;
- anche se si avviassero oggi stesso le trattative per il rinnovo, il CCNL 2019-2021 non entrerebbe in vigore prima del 2023 ovvero dopo due anni dalla scadenza! Rimarranno, quindi, in vigore tutti gli istituti contrattuali vigenti, le responsabilità, le sanzioni disciplinari, ecc… compresa la retribuzione. E tutti i responsabili grideranno allo scandalo come hanno fatto per tanti anni grazie al disinteressamento della categoria che non trova il tempo per interessarsi di questi problemi, dei meccanismi e delle strategie contrattuali e delle conseguenze nefaste.
Come può la categoria continuare ad assistere a questo teatro dell’assurdo? Come può accettare di essere vittima di questi giochi, continuando a dare fiducia a quelle sigle che, da decenni, tengono il piede in due scarpe per pura convenienza? Ai tavoli, dove i numeri contano – eccome! – bisogna sedersi per difendere le istanze di una ed una sola parte e questo non può farlo chi annovera tra i propri affiliati tutto il personale scolastico, indistintamente: ATA, docenti e dirigenti sono portatori di interessi ben differenti e, di norma, addirittura contrastanti!
DIRIGENTISCUOLA, ancora una volta, auspica che la categoria alzi la testa, si interessi dei propri problemi, conosca le strategie e i meccanismi utilizzati per ridurla nello stato attuale e maturi quell’agognato sussulto di dignità ed orgoglio che la porti a dire…BASTA.