Deterior surdus eo nullus, qui renuit audire. DIRIGENTISCUOLA ha sfruttato ogni occasione di incontro istituzionale, inoltrato dossier e solleciti, pur di smuovere la situazione di stallo venutasi a creare in merito alle problematiche della dirigenza scolastica.
Una situazione, non ci stancheremo di ripeterlo, che si trascina da anni, acuita dai continui cambi di guardia al dicastero, dalla pandemia e, oseremmo dire (non senza intenti provocatori), dalla latente convinzione che la categoria dirigenziale si sia ormai assuefatta al proprio status lavorativo.
DIRIGENTISCUOLA, però, non si arrende ed intende perseverare nella propria missione, finalizzata a scuotere i colleghi da questo passivo torpore. È necessario alzare i toni ed occorre farlo subito, con forza e determinazione! L’alternativa? Continuare a subire una quotidianità fatta di responsabilità spropositate, molestie burocratiche, provvedimenti disciplinari infondati, retribuzione inadeguata et similia: concause, queste, di quelle situazioni di turbamento psicologico messe in evidenza dai risultati dell’indagine scientifica sul burnout.
Nei mesi scorsi la noncuranza dell’Amministrazione ha portato addirittura alla disapplicazione di una legge dello Stato, in totale disprezzo dell’equilibrio tra i poteri delineato dalla Costituzione e con pesanti conseguenze sulla mobilità interregionale dei dirigenti scolastici e sui nuovi conferimenti d’incarico in termini di riduzione delle sedi a disposizione. Evento gravissimo, questo, per il quale DIRIGENTISCUOLA ha promosso l’impugnazione del decreto sugli organici (DM 157/2021), depositando l’annunciato ricorso in data 13 ottobre u.s., con l’auspicio di un positivo accoglimento che restituirebbe alla dirigenza circa 370 posti, nel rispetto dei parametri introdotti dalla legge 178/2020, art. 1 c. 978.
Ma l’elenco dei motivi a sostegno della protesta è ben più lungo. Sin dal 15 giugno u.s. DIRIGENTISCUOLA ha, infatti, proclamato lo stato di agitazione, cui ha fatto seguito il documento pubblicato il 22 giugno u.s. in risposta alla totale indifferenza del Ministero.
Partendo dall’inottemperanza del verbale di conciliazione siglato in data 20.12.2019, il documento richiama la mancata soluzione delle problematiche della dirigenza scolastica, ormai degenerate, annunciando al contempo le conseguenti azioni di protesta.
In più di un’occasione il Ministro stesso si era impegnato ad affrontare quanto portato alla sua attenzione: nell’incontro del 25 agosto u.s. con la delegazione di DIRIGENTISCUOLA, si era parlato della riattivazione dei tavoli della dirigenza, della sicurezza e della semplificazione; nell’incontro confederale dell’8 settembre u.s. erano state, poi, fornite rassicurazioni in merito alla questione perequativa ed alle necessarie interlocuzioni con il Ministro dell’Economia.
Impegni cui, ci spiace doverlo ammettere, ad oggi non ha fatto seguito alcuna concreta iniziativa, salvo l’organizzazione di uno pseudo Tavolo sui problemi della dirigenza, tenutosi il 28 settembre u.s. ed inspiegabilmente convocato dalla D.G. del personale anzichè dall’Ufficio di Gabinetto. Un evento decisamente poco risolutivo, dai contorni nebulosi, il cui unico pregio è stato quello di aver ripristinato gli equilibri sindacali con il coinvolgimento esclusivo delle sigle rappresentative della dirigenza. Battaglia, questa, vittoriosamente portata avanti dalla sola DIRIGENTISCUOLA.
Non intravedendo altre vie d’uscita, in data odierna DIRIGENTISCUOLA ha trasmesso al Ministro l’allegata missiva con la quale si comunica il proseguimento delle azioni di protesta annunciate, che saranno organizzate a partire dalla metà di novembre e di cui provvederemo a fornire a breve notizie più dettagliate.